giovedì 18 febbraio 2010

2008 Valeria Arnaldi


Basta raccomandati


La petizione diventa un'opera d’arte
«Basta con i raccomandati» e l’artista fa la raccolta di firme
La provocazione di Pino Boresta diventa un “work in progress”


Manifesti, volantini e banchetti per la raccolta di firme. C’è tutto quanto occorre per una petizione, ma in realtà si tratta di un’opera d’arte. L’ultimo lavoro di Pino Boresta - artista che per primo, oltre dieci anni fa, portò a Roma la sticker-art con le sue «Smorfie», opere adesive che lo ritraevano in più espressioni differenti - è una vera e propria raccolta di firme in favore della sua partecipazione alla Biennale di Venezia. «Firma Boresta», questo il titolo, è un ironico work in progress, iniziato in questi giorni, che si concluderà nel 2009 in tempo per la Biennale. Presentato in sole tre occasioni, con tanto di banchetti, ha già raccolto circa 400 firme. Con la tecnica pop-metropolitana per cui è noto, Boresta si propone ancora una volta nella duplice veste di artista e opera, «mettendoci - come ama dire - la faccia».


Ma questa volta non sarà solo. Al grido di «Basta con i raccomandati», il volantino con cui viene pubblicizzata l’iniziativa recita: «Con una firma e, se vuoi, con una foto entrerai a far parte di un’opera d’arte». Accanto al viso dell’artista, infatti, compariranno quelli di persone comuni. «L’opera finale - spiega Boresta - sarà costituita dall’intera documentazione del progetto. Dalle firme raccolte alle foto scattate, senza dimenticare i video girati nei diversi momenti della realizzazione e tutto quanto possa testimoniare il percorso fatto. Non ultimo la consegna formale delle firme al direttore della prossima Biennale». D’altronde, la ricerca di nuove forme di interazione con gli spettatori è la cifra stilistica di Boresta, che ha sempre cercato di coinvolgere il pubblico. Per farlo, l’artista tenta di scardinare le tradizionali e più diffuse tecniche di comunicazione, proponendo gli individui che dovrebbero esserne fruitori in qualità di prodotti, «non per disordinare qualcosa che è già tropo disordinato - assicura - ma per chiarire un po’ le idee».


Attraverso la testimonianza - firmata e fotografica - del consenso della gente, l’opera illustrerà l’«immeritocrazia» dilagante, documentando il disagio di chi non vede premiato il proprio talento. «Banchetti per la raccolta firme - conclude - saranno presenti nei più importanti eventi capitolini di arte contemporanea. Si potrà partecipare pure via Internet, inviando una mail al mio blog (http://pinoboresta.blogspot.com)



Valeria Arnaldi

Pubblicato su “il Giornale” sabato 22 marzo 2008



In foto:
- Manifesti pro petizione.
- Distribuzione volantini del progetto FB “FIRMA BORESTA”.

- Raccolta firme per la petizione “FIRMA BORESTA”.



Qui di seguito foto dell’artista Georges Adéagbo e la sua installazione alla
53° Biennale di Venezia dove è visibile un vero intervento clandestino; il mio volantino FB.
-->


















Qui di seguito foto di un finto intervento clandestino di André Cadere alla 53° Biennale di Venezia.



Nessun commento: