mercoledì 3 agosto 2011

2009 Giacinto Di Pietrantonio


Out of democracy


Caro pino,









non so cosa ti avrei risposto, perché bisogna trovarsi nelle situazioni e quindi non posso mettermi al posto degli altri e delle loro situazioni, soprattutto non posso entrare in situazioni interpersonali anche se riguarda il lavoro come quello tra te e Cesare (Pietroiusti ndr) che conosco da lunga data. Posso però dire qualcosa rispetto a questo tuo lavoro di cui mi pare di aver firmato la petizione e l'ho fatto, perché quando un artista mi chiede un aiuto per un'opera se posso lo faccio sempre al di là se creda o meno in quel lavoro.










Voglio dire che un artista andrebbe sempre aiutato, quando è possibile, a sviluppare il suo lavoro, che tra l'altro riferito al tuo ammetto che non conosco molto bene e che mi piacerebbe approfondire, per cui spero che troveremo l'occasione per farlo. Riguardo alla tua azione a Faenza in generale dico non posso giudicare sia per i motivi di sopra e sia perché non ero presente, un'opera, soprattutto una performance, va vista per poterne dire qualcosa di sensato. Sulla petizione, sul fatto di aver ricevuta risposta o meno dalla biennale, o dal suo direttore posso dire che non è perché arrivano 1000, o 10000, o 100000, o... Che un direttore debba invitare quello o quell'altro artista. Difatti, benché Birnbaum abbia ricevuto le firme ha deciso di non invitarti, è una sua scelta ed ha i suoi motivi e io giudicherò la sua biennale al di là della presenza di questo o quell'artista.



























Comunque, faccio un altro esempio portandolo su di me, se tu mandassi a me una petizione simile in cui si chiede che vuoi esporre alla GAMEC questa petizione, ecc non avrebbe nessun effetto nel senso che io mi interesso delle cose non per democrazia, ma in quanto le ritengo interessanti che non é un assoluto. Certo se un numero di persone mi dicono che un artista è interessante probabilmente lo guardo ancora con più attenzione, ma il giudizio finale non ha nulla a che fare con questa democrazia del consenso, ma é una mia decisione rispetto alla mia sensibilità, eccetera, un mio atto dittatoriale se vuoi, come lo sono tutte le scelte consapevoli e autentiche.














Rimane comunque il fatto che un artista ha il diritto e il dovere di sviluppare tutte le strategie che ritiene opportune per attirare l'attenzione sul proprio lavoro, perché ritengo che quanto stai facendo con la tua performance sia non solo un'opera, ma una modalità per far si che gli altri si interessino al tuo lavoro e con me questo scopo lo ha raggiunto, in quanto come ti ho detto sopra vorrei incontrarti perché tu mi raccontassi e mostrassi tutto il tuo lavoro dagli inizi, anche se non garantisco sui risultati
Un caro saluto e spero a presto

Giacinto Di Pietrantonio



























Da una corrispondenza via email nel maggio 2009.

In foto: Alcuni momenti della raccolta firme per la petizione “FIRMA BORESTA”, l’artista Cesare Pietroiusti durante una sua performance, il critico d’arte Giacinto Di Pietrantonio

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